
Cento anni fa venne inventata l’insulina e tutti i diabetici, medici e affini pensarono che la questione diabete fosse finita lì: i bambini non morivano più di inedia chetoacidosica e i grandi avevano una soluzione in più oltre la dieta. Poi sono passati gli anni e per i bambini con diabete insulinodipendente, oggi tipo 1, resta come allora l’insulina, certo nel 1921 era una “balilla” ed oggi ve ne sono di diversi modelli e cilindrate ma l’atto è e resta lo stesso: ti buchi e inietti l’ormone di cui sei privo o carente. Mentre per il diabete tipo 2 il bouquet terapeutico è molto più ampio e in ulteriore espansione, tanto da volerci Google Map per ritrovarsi.
Cento anni dopo buona parte di noi si accontenta, dice che va bene così. Certo se l’uomo non avesse inventato la ruota oggi non avremmo a che fare con la sindrome metabolica, l’ipertensione, l’obesità e il diabete tipo 2.
Certo a cosa serve la ricerca?
Dovremmo chiederlo a Meucci che inventò il telefono o a Marconi con la radio, ma in fondo il comportamento comune dominante è: prendiamola come viene, l’importante è tirare a campare no?
No!
Al di là che io sia un ricercatore o meno, al di là che sia un diabetico tipo 1 dall’età di un anno mi sono sempre detto e chiesto: cosa posso fare per semplificare la vita con la malattia. Una patologia che è come un ragno il quale tesse la tela lentamente e ti cattura in varie forme: complicanze, altre condizioni autoimmuni e via sciorinando.
Semplificare è nella misura in cui studi, approfondisci e ti applichi per trovare una o diverse soluzioni. E tutto questo si chiama ricerca, in tutte le sue forme e dimensioni: da quella di laboratorio, all’estrazione di dati, alla semplice o complessa osservazione che ci porta a esclamare: EUREKA!
Ecco allora che ciascuno di noi deve fare la sua parte nella ricerca, nel sostenerla e nel chiedere conto del lavoro fatto. La cura per il diabete non serve: servono cure per il diabete in quanto non ne basta una. E concludo ringraziando AGD Bologna per la sua missione preziosa e forte di sostegno e incoraggiamento nella ricerca sul diabete giovanile tipo 1 assieme al lavoro intenso di informazione svolto da ilmiodiabete.com
Con stima e affetto
Robert H. Eckel, MD ADA President, Medicine & Science, Robert Eckel is a distinguished Alumnus of the University of Cincinnati College of Medicine; Professor of Medicine Emeritus with appointments in the Division of Endocrinology, Metabolism and Diabetes and Division of Cardiology, and former Charles A. Boettcher II Endowed Chair in Atherosclerosis at the University of Colorado School of Medicine Anschutz Medical Campus.