
Un nuovo studio identifica le proteine circolanti come potenziali bersagli terapeutici e strumenti di screening per il diabete di tipo 1.
Un team di ricerca guidato dalla dott.ssa Despoina Manousaki del CHU Sainte-Justine Research Center e dell’Université de Montréal ha identificato tre proteine circolanti come molecole promettenti per lo sviluppo di farmaci e strumenti di diagnosi precoce per i pazienti con diabete di tipo 1. Il diabete di tipo 1 è una malattia autoimmune caratterizzato da una carenza di secrezione di insulina da parte del pancreas. Questo tipo colpisce circa il 10% delle persone che vivono con il diabete, ma dalla nascita esistono pochissimi biomarcatori per prevedere il rischio di sviluppare la malattia.
“Le nostre analisi hanno rivelato che livelli più elevati di proteine SIRPG e IL27EBI3 aumentano il rischio di sviluppare il diabete di tipo 1 e livelli più elevati di CTRB1 riducono il rischio di sviluppare la malattia”, afferma il dott. Manousaki, ricercatore clinico in endocrinologia pediatrica presso CHU Sainte- Justine e un assistente professore clinico nel Dipartimento di Pediatria dell’Université de Montréal.
I risultati di questo lavoro sono presentati in Diabetes Care.
Enorme potenziale
Le proteine circolanti sono una fonte inesplorata di biomarcatori, ma il loro potenziale è enorme.
“Poiché i farmaci si legano fortemente alle proteine che circolano nel sangue, sono bersagli interessanti per lo sviluppo di nuove terapie. Esistono anche metodi di test affidabili per misurare le proteine circolanti, che li rendono un possibile mezzo per la diagnosi precoce delle persone ad alto rischio di diabete di tipo 1″, spiega il dott. Nahid Yazdanpanah, ricercatore associato nel laboratorio del dott. Manousaki e primo autore dello studio.
Per caratterizzare questi biomarcatori, la dottoressa Manousaki e il suo team hanno condotto uno studio di randomizzazione mendeliana per identificare le proteine nel flusso sanguigno che influenzano il rischio di sviluppare il diabete di tipo 1. Questa tecnica utilizza variazioni genetiche note all’interno di una popolazione per esaminare l’effetto causale di una variabile sui fattori di rischio della malattia.
Innanzitutto, il team di ricerca ha estratto un database per identificare i determinanti genetici di 1.600 proteine circolanti. Quindi, hanno analizzato i dati genomici di 9.684 pazienti con diabete di tipo 1 e 15.743 controlli per valutare se qualcuna di queste proteine fosse associata al rischio di diabete di tipo 1.
“Sulla base dei nostri risultati, osserviamo che un aumento del SIRPG plasmatico è associato a un aumento di quasi il 60% del rischio di sviluppare il diabete di tipo 1, mentre un aumento di IL27EBI3 raddoppia il rischio. Al contrario, un livello più alto di CTRB1 ha un effetto protettivo con una diminuzione di quasi il 20% del rischio di sviluppare la malattia”, indica il dott. Manousaki.
Secondo il dott. Manousaki, “Abbiamo bisogno di ulteriori ricerche per convalidare queste proteine candidate in coorti di diabete di tipo 1 caso-controllo, ma queste proteine hanno il potenziale per far progredire la medicina di precisione per le persone a rischio di sviluppare questa condizione”.
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