Ricerca

Marcatori Epigenetici per Predire l’Insufficienza Renale nel Diabete di Tipo 1: Una Nuova Speranza

Una firma di metilazione del DNA supera i modelli clinici tradizionali nella previsione del rischio di malattia renale terminale nei pazienti con T1D

I marcatori epigenetici stanno emergendo come potenti strumenti per predire il rischio di insufficienza renale (KF) nei pazienti con diabete di tipo 1 (T1D). Un recente studio condotto da Zhuo Chen del City of Hope di Duarte, California, e pubblicato su Science Translational Medicine il 22 maggio 2024, ha dimostrato che una firma di metilazione del DNA (DNAmet) può sovraperformare i modelli clinici tradizionali nell’identificare individui con T1D a rischio di progredire verso una malattia renale allo stadio terminale.

Studio e Metodologia

I ricercatori hanno misurato la metilazione del DNA nelle cellule del sangue di 277 individui con T1D e malattia renale diabetica (DKD). Questi partecipanti sono stati seguiti per un periodo che varia dai 7 ai 20 anni per identificare le variazioni di DNAmet associate al rischio di insufficienza renale (KF). L’analisi si è concentrata sui loci identificati 5′-citosina-fosfato-guanina-3′ (CpG), associati al rischio di KF, indipendentemente dai fattori di rischio clinici.

Sostieni la Ricerca

Risultati Chiave

Durante il follow-up, il 51% della coorte ha sviluppato KF. L’analisi epigenomica ha identificato variazioni di DNAmet in 17 CpG strettamente legate al rischio di KF, indipendentemente dai principali fattori di rischio clinici. Questi marcatori epigenetici si sono mantenuti stabili per un periodo mediano di 4,7 anni e sono stati convalidati in una coorte indipendente.

Le variazioni di DNAmet in sette dei CpG associati al rischio di KF sono risultate fortemente correlate con molteplici varianti genetiche in sette regioni genomiche, suggerendo una significativa influenza genetica sulla metilazione del DNA. Inoltre, gli effetti delle variazioni di DNAmet sui CpG associati al rischio di KF erano parzialmente mediati da proteine ​​e miRNA circolanti, anch’essi associati al rischio di KF.

Prestazioni del Nuovo Modello

Il nuovo modello di previsione del rischio di KF, basato sulla metilazione del DNA, ha mostrato una performance significativamente superiore rispetto al modello clinico tradizionale. La statistica c del nuovo modello è stata di 0,93, rispetto a 0,85 del modello clinico.

“I nostri risultati identificano la variazione di DNAmet in alcuni CpG associati a KF che possono migliorare la previsione del rischio di KF, fornendo così i potenziali biomarcatori non invasivi tanto necessari”, hanno scritto i ricercatori. “Questi risultati possono avere importanti implicazioni traslazionali per la diagnosi precoce e la prevenzione della KF nei pazienti con DKD T1D.”

Implicazioni Traslazionali

Questo studio rappresenta un passo significativo verso la personalizzazione delle cure per i pazienti con diabete di tipo 1. L’identificazione di biomarcatori epigenetici non invasivi può consentire una diagnosi precoce e una migliore gestione del rischio di insufficienza renale, potenzialmente migliorando la qualità della vita e riducendo i costi sanitari associati a questa grave complicanza.

I risultati di questa ricerca aprono nuove prospettive per l’applicazione della metilazione del DNA nella medicina preventiva, offrendo speranza ai pazienti affetti da diabete di tipo 1 e alle loro famiglie.


Fonte: Zhuo Chen, City of Hope, Duarte, California, pubblicato online il 22 maggio 2024 su Science Translational Medicine.

Rispondi